Primavera in lutto

Odo l’alba abbaiare alla luna,
mentre soffoca le grida delle notti insonni.
Strazi addormentati di un mondo appassito,
nascosto all’ombra della primavera in lutto.
I fiori fan dimenticare i morti, e gli uomini
sfioriscono dietro gli usci.
Non un filo d’erba nel dì d’Aprile rabbrividisce,
perché dalle viscere non può sbocciare il sole.
Così sia l’ira, buia e addolorata,
scagliata nell’aria, seppellita nel vento.

Né odio né amore per le vertigini dei crepuscoli.

Odo l’alba sussurrare alle stelle,
mentre sospira al silenzio degli infetti.
Le grida divengono sibili di speranza,
di preghiere disperse nel tempio.
Un rintocco della Moira echeggia nelle membra
distese a veglia di una fiammella, che illuminerà l’oblio.
La pietra dei sepolcri non conosce più miracoli
nella stagione dei boccioli.
La penitenza dei vivi
come campi si osserva inaridire,
perché nessun atrio può custodire la pietà.

Né odio né amore per i passanti dei crepuscoli.

Odo l’alba confessare al cielo
le ingiustizie delle città silenti.
Sono le voci degli abbandonati,
come candele si sciolgono senza bruciare,
sul ciglio della morte, nel limbo della strada.
Germogliando il seme lambisce la menzogna,
tra le lusinghe dell’equinozio in disgrazia.
Prima che il gallo canti ci saremo persi,
traditi dalle promesse in fiore.

Matteo
Ph: T.Supertramp