Nove Luglio Duemilacinquanta

2050,
l’aria indossa un tailleur nero pece
che come un manto ricopre la luce.

2050,
metallo nell’aria,
una cupola di fumo invade le narici.
Il cielo continua a piangere
lacrime acide che corrodono le strade.
Il Mondo implode,
mentre un avvoltoio gli gira intorno.

2050,
il profumo della primavera è stato sostituito
da un odore acre stazionario.
Il cantico degli uccelli oscurato
da un silenzio assordante.
La vita inizia ad affievolirsi
ed ogni respiro diviene greve.

2050,
l’avvio del perpetuo letargo,
il tempo scompare e
la morte tesse le sue ultime tele.
L’ossigeno ti schiaccia al suolo,
su una distesa infinita di cemento.

2050,
la bellezza si dissolve
e ripercorre nell’istante prima di scomparire,
la storia di ogni uomo protagonista di questo Mondo.
Gli occhi osservano per gli ultimi secondi
le stelle nascoste dietro una coltre di polvere.

McMay
Artwork: Brindisi