In alto la mia banda

Non ci è rimasto niente
Ora che niente è importante,
Solo un’irreale quiete nel silenzio assordante.

Ora che solo il buio ci nasconde,
Fantasmi fra queste ombre,
Siamo come fari accesi in questa notte incessante.

E’ ora.

Fra queste pagine rubate alla storia,
Macchiate o lasciate in bianco da chi è senza memoria,
Suona
Nell’aria intrisa di polvere e segatura,
Quest’ultima melodia, la mia:
Toccata e fuga.

Così pensammo,
uniti, dacché ricordi.
Un pugno di ribelli
uniti da quei ricordi.

Forse ingenui o avventati, ma mai codardi
A prima vista calmi, ma traditi dagli sguardi.

Come giovani lupi sotto stormi d’avvoltoi,
Per cercarci una rupe lontano dagli sciacalli,
Lasciammo il branco all’alba nella luce delle sei,
Oltre queste praterie, verso gli orizzonti caldi.

Ma un lupo che ne sa di quanto sia tiranno il cielo,
Non sa cos’è la morte, ne conosce solo il gelo.

Quando tutto andò a fuoco, ed il fumo oscurò il pensiero,
Come se fosse un gioco, ci tuffammo nel nero.
Con il muso alla luna, ci tracciammo il sentiero:

In alto la mia banda, è in atto un assalto al cielo.

Kelevra
(ph: T. Supertramp)