Signore delle mosche

Camminiamo bendati,
Come per gioco.
L’innominabile divoratore di anime
Ci osserva dall’alto,
celato dalle nuvole.
Persecuzioni, Migrazione,
Paura, voci, ronzano, voci.
Solo voci.
Un vortice costante, ininterrotto,
parole confuse.

Idee, immagini, intuizioni trasversali.
Paranoia.
Complessi autonomi inconsci
Mi soffocano.
Vivo in una dittatura
Che non ha nulla di politico.
Le palpebre sono le mie sbarre.

Sono un debole sorriso
riflesso su un oceano
di Sguardi.
Il trucco di un clown
Alla fine dello show.
Persi, nell’irrealtà
Divoriamo attenzioni,
paure e amori
avidi.

Siamo pròtesi
Di cervelli a schermo tattile,
Voraci di informazioni.
Siamo Mosche nelle tele
di ragni invisibili,
Eterei.
Voci,
Immagini,
Parole,
Nulla più.

Aemeth
(artwork: ClauStrofilia)