Solipsia Whispers: “Giovani Ribelli / Kill Your Darlings – John Krokidas”

La ribellione, la voglia di sovvertire l’ordine precostituito, la brama di cambiare le cose: tutti sentimenti affini, propri dell’uomo che non accetta il destino come immutabile, ma si spinge all’estremo pur di plasmare la realtà sulla misura del proprio pensiero. Questa utopia, sulla quale l’intera Solipsia ed io troviamo terreno comune, raggiunge il suo apice storico e letterario negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Prima ancora del maggio 1968, di Berkeley e Woodstock (che saranno piuttosto l’apice, con tutte le conseguenze positive e negative), nasce la Beat Generation: la vera genesi intellettuale, una corrente artistica (e non solo) di ribellione giovanile che tenta di opporsi alla manipolazione del pensiero e alle regole imposte.

Nel Whispers di oggi, proprio a riguardo, vi suggerisco “Giovani Ribelli / Kill Your Darlings“, film del 2013 diretto da John Krokidas: un biopic che racconta le vicende dei protagonisti della Beat Generation in età post-adolescenziale, qualche anno prima di diventare i fondatori spirituali, nonché i più grandi rappresentanti, di quel movimento. Fra questi, in particolare, di Allen Ginsberg, giovane poeta introverso ed umile.
La pellicola inizia proprio ai tempi in cui Ginsberg scopre di essere stato accettato alla Columbia University, potendo così coronare il sogno di diventare uno scrittore affermato.
Assistiamo, proprio nel corso del giro di presentazione per i nuovi studenti, al primo incontro con Lucien Carr (già studente della Columbia, nonché poeta a metà tra genio e sregolatezza) durante il quale egli sobbalza su un banco e si esibisce parodizzando un testo erudito.
Sarò solo il primo di una serie di aneddoti considerati, per l’epoca, “blasfemi” (immaginate il rigore di una biblioteca della Columbia University durante quegli anni): tanto blasfemi quanto simbolici, dato che l’esperienza di Ginsberg e Carr alla Columbia porterà loro a concepire un’ideologia letteraria fondata proprio sul rifiuto delle norme poetiche della tradizione, oltre che al ripudio dei testi classici, ritenuti “obsoleti”.


I due, insieme a William Burroughs (a cui si deve l’introduzione nel gruppo dell’esplorazione dei paradisi artificiali legati a LSD), si ritrovano insieme in un’università di alto rango di cui rifiutano gli insegnamenti istituzionali e di cui scardinano quotidianamente le regole, per attingere la materia del proprio manifesto letterario dalla irrazionalità della vita di tutti i giorni. L’incontro con Jack Kerouac, forse il più completo esponente letterario di questo movimento, non fa altro che acuire il seme della rivolta.
L’intero film è pervaso da un afflato rivoluzionario, che si scaglia contro le barriere innalzate dalle convenzioni e dai pregiudizi, un senso di ribellione domina la scena. I protagonisti, seppur catapultati da un’altra epoca, sono lo specchio della nostra generazione; in particolare Ginsberg e Carr sono personaggi psicologicamente patologici, deviati dalle esperienze di vita drammatiche che hanno vissuto nel loro passato e per questo ostili all’ordine imposto. La trama stessa si sviluppa intorno ai vissuti, i tormenti, le passioni, le morbose gelosie dei protagonisti, che li caratterizzeranno fino alla fine.

Resta comunque un messaggio forte, di cui tutti noi dobbiamo sentirci eredi: oggi come settant’anni fa, annidata in alcuni di noi, esiste una volontà di cambiare le cose, oltre alla convizione che per farlo non servano guerre, ma idee. Così come allora, quando la Beat Generation rappresentò una reazione, proprio alla guerra stessa: un nuovo decadentismo in cui la gioventù si rese conto che, per costruire qualcosa di nuovo, occorreva prima superare le pedanterie del passato.
“Giovani ribelli” ci rimanda un invito, l’invito al rifiuto dell’obbedienza in favore della libertà. Ci ricorda che occorre avere la forza di non
rassegnarsi, non arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, coltivando il coraggio di ribellarsi.

 

T. Supertramp