Air

Rimango nell’ultima fila del mondo,
prendo le distanze dalla realtà.

Divento spettatrice dei tumulti,
delle rivolte,
dei baci,
dei fiori
e delle croniche odierne.

Ma tutto questo
non può turbare la mia quiete.

Sono invisibile,
anche se mi cerchi,
per poter star vicino anche se non mi vedi.

Plano lontano,
dove i rumori del quotidiano
si trasformano in musica,
colei che accompagna il mio dolce fluttuare.

La follia,
motore del viaggio,
brezza fresca che respiri.

La ragione,
disperata,
insegue il volo.

Il sorriso,
frutto dell’incoscienza,
libero,
forte,
da respingere la malinconia che orna gli occhi.

Mi rifugio tra la luna e il sole,
ballando su un manto di stelle.

Sorrido,
non ci sono,
non esisto.

Il mio volto è nuvola,
grigia,
fumo.

Quando muto in pioggia,
cado,
ti sfioro,
tracciando una linea sottile sulla tua mente
e liquida scivolo su di te.

Sotto i raggi,
evaporo,
nuotando nell’aria,
finendo come rugiada,
sui tetti di questa città.

 

 

McMay
(ph: Svario)