Black Eyes

È notte,
i sogni son stati cacciati da ronzii continui,
cresciuti nei tuoi pensieri,
formando alveari.
Il bianco delle pareti,
sfondo per pensieri volatili,
che si posano,
delicati,
sul davanzale della mente.
Gelida l’aria,
nell’inverno di queste stanze.
Gli occhi,
adesso,
sono finestre spalancate sul buio
e le ombre giocano con le tue paure.
È notte,
l’orologio non lo fermi mai,
il tempo flemmatico,
dal colorito pallido,
è silenzioso,
ti osserva.
Rimani inerte,
prosciugato da qualsiasi voglia
e la solitudine accarezza le palpebre.
Stare soli
non è come si crede,
facile per chi può scegliere,
trappola per chi non vorrebbe.
Arrivano i ricordi,
per far compagnia,
melanconici,
neri,
danzano con la tristezza,
amante infinita,
proibita.
Sapore di alcool e collera
sbarrano le labbra,
parole mai dette permangono incastonate nel petto.
L’odore delle coperte,
intenso,
tira calci allo stomaco,
testimone di una vestigia sanguigna.
La speranza,
scomparsa,
dietro questo mantello oscuro,
scappa via all’arrivo del crepuscolo.
L’inquietudine,
invece,
rimane incastrata nel cranio,
nemesi del sole che nasce.
Amica,
complice,
della luna.

 

McMay

(artwork: Brindisi)