SOLIPSIA WHISPERS: “Trouble – Ray Lamontagne”

La mia vecchia sedia a dondolo scricchiola, scricchiola scandendo il tempo delle mie giornate, mentre Gastone ha trovato il suo posto preferito accucciandosi sulle gambe e scaldandole dal primo freddo invernale.

L’odore del mio adorato Cavendish si disperde nell’aria, danzando con la grazia di una ballerina dello schiaccianoci e la forza di un lottatore di sumo.

Osservo il mondo da qui, Solipsia. Mi son trasferito un po’ di tempo fa. Le attività sono incessanti, ma si sta bene. Scruto il verde accogliente degli alberi d’ulivo mentre valuto se quest’anno son riuscito a distillar per bene la grappa…

Il vecchio stereo di Aemeth va ancora, ripenso alle vecchie serate in cui strimpellavo qualche canzone in osteria, o ai tempi in cui frequentavo l’università. Suonavo parecchio e tarda era l’ora in cui mi ritiravo, ora non esco quasi più. C’è tanto da fare qui. Ascolto, ascolto parecchio, almeno fin quando a quella puntina laser andrà di tenermi compagnia.

Ray LaMontagne riscalda l’atmosfera con la sua voce roca, calda. Un modo di cantare “di gola” (povere corde vocali!) unico, come solo un autodidatta potrebbe fare. LaMontagne è nato a Nashua, nel 1973, uno dei sei figli allevati dalla madre. Il padre, musicista, venne lasciato dalla madre mentre era in tour, quando Ray era ancora un bambino. Da allora, per molti anni non ne ebbe alcun contatto o notizia. Gli anni dell’infanzia furono da allora movimentati, con spostamenti continui in base ai lavori della madre. Questo rese difficile per Ray fare amicizia con altri bambini, così al tempo dedicato alle amicizie si sostituì quello dedicato alle letture di libri fantasy. Dopo essersi diplomato al liceo, LaMontagne si trasferì a Lewiston, nel Maine, e lì trovò lavoro in una fabbrica di scarpe, lavorando fino a 65 ore a settimana.

Aveva 21 anni. In una mattina come tante la sveglia suonò alle 4, per un turno di lavoro alla fabbrica di scarpe. Quella mattina la radiosveglia passava la canzone di Stephen Stills – Treetop Flyer. LaMontagne non andò a lavoro, trovò invece un negozio di dischi dove comprò l’album Stills Alone di Stephen Stills e qualche tempo dopo vendette il suo van Volkswagen per acquistare una chitarra Martin. Da allora, ogni momento libero era buono per suonare, cantare e ascoltare le musiche di Bob Dylan, Ray Charles, Otis Redding, Neil Young, Cosby, Stills and Nash.

Sposatosi con la sua compagna dai tempi dell’adolescenza, Sarah A. Sousa, poetessa ed attuale moglie, LaMontagne comprò un piccolo appezzamento di terreno in una remota area del Maine dove costruí un piccolo cottage. Lì vissero per anni, senza acqua corrente o elettricità. Fu in quel periodo in cui, impossibilitato ad ascoltare musica, la scrittura prese il sopravvento, diventando una passione. Mantenendo un lavoro part-time come carpentiere iniziò ad esibirsi nel 1999.

“Un sacco di concerti erano nelle caffetterie, in qualsiasi posto che ti permettesse di suonare in cambio di doughnuts. È stato terribile. Il più delle volte nessuno vuole sentirti, vogliono che tu te ne vada. Posavo la chitarra per mesi, e poi tornavo indietro, uscivo di nuovo ed era orribile, mi sentivo depresso, abbattuto, ma immagino che così facendo continuassi a farmi la pelle più spessa.”

Un uomo d’affari di nome Ron Clayton scoprì Ray in un festival musicale nel Maine e lo presentò alla Chrysalis Music Publishing. Nel 2004, insieme al produttore Ethan Johns, LaMontagne registrò l’album “Trouble“, al Sunset Sound studio di Los Angeles, California.

 

Nel frattempo, osservo la donna bendata che danza col diavolo e scorgo le tracce…

 

 

 

 

 

Un senso di malinconia misto a gioia e liberazione mi pervade. Spippetto allegramente la pipa e mi perdo nei testi e nelle musiche di Ray fino alla fine dell’album, dove ritrovo una perla dal cuore pulsante di libertà…

 

“All the wild horses

Tethered with tears in their eyes

May no man’s touch ever tame

May no man’s reigns ever chain you

And may no man’s weight ever defrayed your soul

And as for the clouds

Just let them roll

Roll away

As for the clouds

Just let them roll

Roll away”

(tratto da: All The Wild Horses)

 

Nonno Ciak

 

Ascolta “Trouble” di Ray Lamontagne su Spotify:
https://open.spotify.com/album/1UGWZxOlDi4dU5GLXbow0b