Il dolore del XXI secolo
è un grido silenzioso
che si fa spazio tra una folla
esente di vita.
Versate da occhi stanchi,
lontani dai nostri,
ci sono lacrime acide
che corrodono ogni diritto umano.
La guerra del XXI secolo
è il nostro show quotidiano,
dove tutti noi siamo spettatori,
troppo passivi
da non ritenerci coinvolti.
La realtà del XXI secolo
è stata sostituita da commedianti
dietro le quinte,
che allestiscono verità
con copioni antiquati.
La comunicazione del XXI secolo
è così veloce,
che supera le antiche barriere
dello spazio e del tempo.
Nei nostri salotti
appaiono con regolarità
immagini sature di violenza
e notizie pronte
a giustificare le brutalità.
L’indifferenza del XXI secolo
è il frutto di questa assuefazione al dolore,
al pianto che fa notizia,
al continuo rifiuto di rappresentarci tutti come esseri umani.
La pace del XXI secolo
è il sangue che sgorga,
la morte che annichilisce,
la vita che finisce.
La libertà del XXI secolo
è la tirannia del populismo,
lo stomaco che ha voce,
e la ragione che si eclissa.
McMay
(ph: Brindisi)